Nato a Brindisi il 13 dicembre del 1942,
vive e lavora a Bologna da molti anni.
Il curriculum di Michele Salemi è ricco
di mostre importanti in Italia e all'estero, ma quella che lui ricorda
con più entusiasmo fu a Boston nel 1994, sia per i magnifici successi
ottenuti che per la sua personale scoperta del mondo artistico americano
da cui è stato particolarmente colpito.
A parte questa esperienza oltre Oceano, Salemi è un pittore molto
riservato, che non ama parlare troppo di sè nè dei suoi successi,
ma preferisce raccogliersi nel silenzio e nella solitudine dello studio
per portare avanti la ricerca e l'approfondimento, che ritiene fondamentali.
Sin dai suoi primi lavori degli anni '60 è evidente questa attenzione
allo studio di gestualità, forme e colori che hanno fatto di lui
uno degli artisti più carichi di forza espressiva. La sua pittura
è intensa, sensuale, assoluta. L'impatto che lo spettatore subisce
è fortissimo. Continui sono i passaggi dal figurativo all'astratto,
sia all'interno della stessa opera che dell'intero cursus di opere che
si susseguono. Le forme si stemperano di tela in tela, attraverso un processo
che le rende assolutamente personali, fino a perdere la loro figuratività
ed acquistando sempre più maturità di segno e sintesi di
forme. Di un corpo femminile rimane a volte soltanto la forza sensuale,
una linea curva carica di emotività, un'idea, così come di
alcuni paesaggi, soprattutto quelli della serie "Cieli Neri", circa 90
opere di grandi dimensioni, che trasmutano diventando grandi partizioni
di colori, urli non trattenuti, sfregi di una rara intensità gestuale
che tagliano il campo, squarci di rosso che appaiono circondati di nero,
come enormi richiami alla realtà che soltanto il pittore conosce.
E proprio in questo continuo passaggio dai richiami figurativi alle forme
che si vanno perdendo nella loro concretezza, dalla realtà esterna
a quella interna del pittore, nella gestualità ampia ed incisiva,
nei colori caldissimi, decisi e forti, è il grande fascino di Michele
Salemi.
Nei vari momenti della sua ricerca, è stata affrontata ogni tematica,
ogni tecnica, fino a raggiungere definitivamente quella dell'acrilico,
utilizzata in ogni suo lavoro degli ultimi 10 anni, ed ogni supporto, preferendo
poi utilizzare sempre la carta.
Grandi carte, dunque, ispessite di strati di colore sovrapposti in centinaia
di pennellate, intersecati e mescolati, che poi lo stesso artista spesso
rintela attraverso un processo da lui stesso creato.
Nel percorso della continua ricerca, è da vedersi anche l'esperienza
dei vestiti dipinti, momento di collaborazione artistica con Agostino Sassi
e di conseguenza, nuovo approdo a forme e supporti finora sconosciuti.
Il risultato è ancora di grande impatto, di una potenza assoluta:
una capacità espressiva portata quasi al limite che ci costringe
ad una insolita interpretazione della femminilità e degli strumenti,
i vestiti, che le sono propri da sempre.